Il coenzima Q10 o ubichinone è da tempo noto come molecola antiage. Ma in realtà il vero antiossidante è la sua forma ridotta: l’ubichinolo. Scopriamo perché e come farne scorta per il raggiungimento di un maggior benessere dell’organismo.
Il coenzima Q10 è situato nelle membrane stratificate dei mitocondri, organuli che possono essere anche molto numerosi all’interno di una singola cellula. La funzione primaria di questa sostanza è quella di promuovere la produzione di ATP, la “moneta” di scambio energetico cellulare, proprio grazie alla capacità di trasportare elettroni nella reazione enzimatica chiamata fosforilazione ossidativa e che rappresenta la fase finale della respirazione cellulare2.
Senza questo contributo essenziale, noi non avremmo energia sufficiente per svolgere al meglio le nostre funzioni biologiche primarie e secondarie.
Durante la fosforilazione ossidativa, l’ubichinone acquista due elettroni e si trasforma nella sua versione ridotta e antiossidante: l’ubichinolo (CoQ10). A sua volta l’ubichinolo, cedendo i suoi elettroni, torna nella sua forma ossidata (Q10). Ma a chi vengono ceduti questi elettroni? Ai ROS, i radicali liberi che si formano come scarto durante le reazioni di respirazione cellulare, e che hanno la capacità di danneggiare le componenti lipidiche delle cellule (in particolare i PUFA).
L’ubichinolo, cedendo i suoi elettroni ai ROS, li neutralizza; in questo modo protegge le cellule dai danni che lo stress ossidativo potrebbe causare, inclusa l’apoptosi o morte precoce. Ecco spiegato perché l’ubichinolo sia ormai definito come il vero antiossidante.
L’ubichinolo ha queste caratteristiche per noi fondamentali3:
La produzione endogena del coenzima Q10, e conseguentemente della sua forma ridotta ubichinolo, tende ad avere un calo progressivo con l’invecchiamento. Abbiamo visto come questa molecola sia ubiquitariamente presente in quasi tutte le cellule, e in particolare quelle che sono più ricche di mitocondri perché necessitano di un apporto energetico superiore. Il massimo della concentrazione di ubichinone lo troviamo, non a caso, nel cuore; e proprio il cuore è anche l’organo che patisce maggiormente questa carenza legata all’età.
Vediamo una tabella che ci mostra in modo chiaro le quote di coenzima Q10 perse nel tempo:
Se al calo fisiologico di ubichinone si associa quello indotto da condizioni patologiche o assunzione di farmaci, il rischio è che la concentrazione di ubichinone crolli proprio quando il bisogno di energia è massimo. Un esempio è dato dall’assunzione di statine, farmaci comunemente prescritti in caso di ipercolesterolemia, che come effetto collaterale causano proprio una caduta libera nella sintesi endogena di ubichinone/ubichinolo4.
L’insufficienza cardiaca è un’altra condizione associata ad un importante deficit di ubichinone e ubichinolo5.
Inoltre, diversi studi hanno dimostrato come anche per gli atleti in giovane età sia facile andare in gap: questo accade soprattutto nei periodi di forte dispendio energetico, ad esempio in seguito a intense sessioni di allenamento preparatorie alla gara6.
Seppur rara, esiste infine anche una vera e propria sindrome da carenza di coenzima Q10, in cui, per cause genetiche, si verifica un’incapacità dell’organismo di sintetizzare questa molecola, una condizione che può causare danni molto seri all’organismo, tanto più se si manifesta in giovane età. La sindrome da carenza di CQ10 è collegata a patologie neurologiche, metaboliche e cardiovascolari tra cui l’encefalopatia mitocondriale, condizione che a sua volta è associata a ictus, atassia cerebellare, spasticità, neuropatia periferica, disabilità cognitive. La deficienza cronica di ubichinone si manifesta inoltre con sintomi di gravi scompensi quali retinopatie e atrofie del nervo ottico, cardiomiopatia ipertrofica, ipoacusia, indebolimento muscolare ecc7.
Riassumendo: una carenza nella sintesi endogena di coenzima Q10 e ubichinolo, si verifica in modo accentuato e pericoloso in caso di:
La soluzione, come spesso accade, può arrivare dalla nutraceutica.
Sebbene il coenzima Q10 sia la sostanza di partenza, a livello di integrazione esogena l’ubichinolo risulta preferibile. La ragione è prettamente biologica. Il coenzima Q10 prodotto in laboratorio, per le sue caratteristiche biochimiche tende a disperdersi, tanto che la concentrazione plasmatica misurata dopo l’assunzione non risulta essere quella auspicabile9. E questo nonostante studi abbiano stabilito che somministrare alte dosi di coenzima Q10 sia utile in caso di carenza legata all’invecchiamento, perché migliora la funzionalità delle membrane mitocondriali10.
La soluzione consigliabile è quella di assumere direttamente la versione antiossidante di coenzima Q10, l’ubichinolo (CoQ10). Questo per due motivi:
Assumere ubichinolo significa godere subito dei suoi effetti benefici, e indirettamente anche di quelli dell’ubichinone, mentre non è dimostrato il contrario11.
Ricavato dal processo di fermentazione del lievito da materie prime biologiche e OGM free, l’ubichinolo messo a punto in decenni di ricerca nei laboratori Kaneka è stabile, completamente biodisponibile12
e assolutamente innocuo per l’organismo.
Kaneka ubichinolo è indicato per tutti coloro che, per ragioni fisiologiche o patologiche, abbiano bisogno di un supplemento di ubichinone/ubichinolo quando serve, dove serve.
1 Najjar, Muhtasib, Ketola, Vuorela The chemical and biological activities of quinones: Overview and implications in analytic detection on Phytochemistry Reviewes March 2011
2 Crane Biochemical functions of coenzyme Q10 on Journal of American College of Nutritions, January 2002
3 PASSI S., STANCATO A., COCCHI M.* A monitoring control of oxidative stress of ageing and ageingrelated diseases PROGRESS IN NUTRITION 3, 1, 2001 (pag.42)
4 Marcoff, Thompson The role of Coenzyme Q10 in Statin-associated Myopaty: A Systematic Review on Journal of American College of Cardiology 12 June 2007, Pages 2231-2237
5 Sharma, Gregg, Fonarow, Butler, Felker, Ezekowitz, Coenzyme Q10 and Heart Failure (A state of art review) on Circulation: Heart Failure. 2016
6 Dietmar Alf, Michael E Schmidt, Stefan C Siebrecht Ubiquinol supplementation enhances peak power production in trained athletes: a double-blind, placebo controlled study, on Journal of the International Society of Sports Nutrition volume 10, Article number: 24 (2013)
7 Camacho, Bernier, Lopez Llunch, Navas Coenzyme Q10 supplementation in aging and Disease on Front. Physiol., 05 February 2018
8 Shen, Pierce Supplementationof Coenzyime Q10 among Patients with Type 2 Diabetes Mellitus on Healthcare (Basel) 2015 Jun; 3(2): 296–309.
9 Watanabe K et al., “PET imaging of 11C-labeled coenzyme Q10: Comparison of biodistribution between [11C]ubiquinol-10 and [11C]ubiquinone-10”., Biochem Biophys Res Commun. 2019;512(3):611-615. doi:10.1016/j.bbrc.2019.03.073
10 Tian, Sawashita, Kubo, Nishio, Hashimoto, Suzuki, Yoshimura, Tsuruoka, Wang, Liu, Luo, Xu, Mori, Kitano, Hosoe, Takeda, Usami, Higuchi Ubiquinol-10 supplementation Activates Mitochondria Functions to Decelerate Senescence in Senescence accelerate Mice on Antioxid Redox Signal 2014 Jun 1; 20(16): 2606–2620.
11 Zhang, Liu, Chen, Ubiquinol is superior to ubiquinone to enhance Coenzyme Q10 status in older men on Food Functions 2018 Nov 14;9(11):5653-5659
12 Hosoe, kitano, Kishida, Kubo, Fuji, Kitahara Study on safety and bioavailability of ubiquinol (Kaneka QH™) after single and 4-week multiple oral administration to healthy volunteers. Regulatory Toxicology and Pharmacology Volume 47, Issue 1, February 2007, Pages 19-28